Pensate di non conoscere la Dieta Chetogenica o non ne avete mai sentito parlare?
Se nella vostra vita avete consumato per più giorni esclusivamente kits dimagranti, bustine sostitutive dei pasti o avete seguito la dieta Dukan, Atkins nel tentativo di dimagrire velocemente, o avete seguito un digiuno per più giorni, in realtà non avete fatto altro che seguire una Dieta Chetogenica.
Tale dieta infatti è nota maggiormente per la sua capacità di far perdere peso velocemente, attuando una sorta di liposuzione alimentare. I suoi principi biochimici sono stati utilizzati dagli anni ’50 in poi in diversi modelli dietetici o soluzioni commerciali, ma le recenti ricerche scientifiche ci dimostrano che la Dieta Chetogenica ha molte altre applicazioni meno note che traggono vantaggio dalla condizione metabolica che è in grado di innescare nel corpo umano.

PRINCIPI BIOCHIMICI ALLA BASE DELLA DIETA CHETOGENICA

La Dieta Chetogenica si caratterizza per una riduzione al di sotto di una certa soglia stabilita, dei carboidrati introdotti con l’alimentazione, associata ad una determinata quota di proteine e di grassi, con lo scopo di indurre uno stato di chetosi fisiologico, diverso dalla chetosi patologica o chetoacidosi tipica dello stato di diabete. Si definisce chetogenica dal nome di 3 molecole, dette appunto corpi chetonici (acetoacetato, b-idrossibutirrato e acetone) che vengono prodotte dal nostro corpo quando egli non è in grado di ricavare energia dal glucosio introdotto con l’alimentazione. Tale condizione si instaura quando abbiamo un apporto insufficiente di carboidrati o dopo giorni di digiuno.
Essendo privo del glucosio, fonte energetica primaria per le sue cellule, il nostro corpo attiva una via metabolica ancestrale (la gluconeogenesi) che gli consente di ricavare energia dai corpi chetonici. La gluconeogenesi può avvenire a partire dagli amminoacidi delle proteine e dal glicerolo liberato dalla scissione degli acidi grassi contenuti nel tessuto adiposo. Mantenendo un certo apporto alimentare di proteine, il corpo sarà costretto a bruciare grassi per poter ricavare energia sotto forma di ATP, innescando la perdita di tessuto adiposo e quindi il dimagrimento, se non si aumentano in contemporanea i grassi assunti dall’alimentazione. Da qui il razionale di utilizzo della Dieta Chetogenica (o Chetogena) per effettuare una liposuzione alimentare e per dimagrire velocemente.

LA DIETA CHETOGENICA NON RISCHIA DI ESSERE UNA DIETA IPERPROTEICA?

Qualsiasi dieta che consenta la produzione dei corpi chetonici a fini energetici può essere considerata una Dieta Chetogenica e non necessariamente ci troviamo di fronte ad una dieta iperproteica o iperlipidica, come spesso erroneamente si pensa. Lo stato di chetosi si può raggiungere sia con un apporto ipo-, normo-, iper-proteico, sia con un apporto ipo-, normo-, iper-lipidico, sia attraverso un periodo di digiuno prolungato. In linea di massima comunque una Dieta Chetogenica applicata al dimagrimento è ipocalorica, ipolipidica e normoproteica.
Non è pensabile un’unica dieta chetogenica adatta a tutti in modo indiscriminato, ma la sua composizione specifica nei singoli macronutrienti (proteine, grassi e carboidrati), il suo apporto calorico, le specifiche ed eventuali integrazioni, vanno personalizzate sulla base dell’obiettivo clinico che si vuole raggiungere e dal campo di applicazione di tale modello dietetico. Solo con un percorso personalizzato e un professionista competente si può ottenere l’obiettivo prefissato in modo ottimale e senza effetti collaterali.

CI SONO EFFETTI COLLATERALI?

La Dieta Chetogenica non ha particolari effetti collaterali se delineata, concordata ed eseguita in modo corretto. I più comuni sono mal di testa, nausea, irritabilità, sonnolenza, stanchezza che tendono a svanire dopo i primi giorni, anzi tale modello dietetico è noto per i suoi effetti alla lunga energizzanti e di diminuzione del senso della fame. Nel corso della dieta possono verificarsi stipsi per non idonea assunzione di acqua e riduzione delle quantità di cibo; alito cattivo dovuto alla volatilità dei corpi chetonici; crampi si subentra disidratazione e perdita di sali minerali; riduzione della performance fisica. Seguendo le indicazioni dietetiche fornite, introducendo opportune integrazioni e correzioni alimentari, si possono gestire tali situazioni.
Il rischio di chetoacidosi, se non si ha diabete di tipo I, è nullo, così come di danno renale, perché abbiamo visto come l’introito proteico non sia eccessivo ma adeguato alle esigenze del soggetto. Ecco perché non si può ricorrere al fai da te, ma le diete chetogeniche devono essere correttamente formulate.

QUANDO E’ UTILE SEGUIRE UNA DIETA CHETOGENICA?

La Dieta Chetogenica è stata applicata per la prima volta negli anni ’20 come terapia per disturbi neurologici, in particolare l’epilessia, ma dopo essere stata accantonata per molti anni, oggi è stata ripresa e divulgata in tutto il mondo e sono stati eseguiti innumerevoli studi sulla sua efficacia e sul meccanismo d’azione. In particolare è un modello dietetico che vede forte evidenza scientifica nel trattamento delle seguenti condizioni:

  • Perdita di peso: una Dieta Chetogenica può portare a perdere peso velocemente, soprattutto nella versione ipocalorica o VLCKD. Può essere applicata prima di un intervento di chirurgia bariatrica per dimagrire velocemente; brevi periodi di dieta chetogenica intervallati da lunghi periodi di dieta mediterranea, portano a mantenere una maggiore perdita di peso e una riduzione dei rischi per la salute senza recupero di peso. Le persone obese che vengono sottoposte ad una dieta VLCKD, rispetto al gruppo che segue una classica dieta ipocalorica, spesso mostrano di perde più peso in termini di chili, di circonferenza vita e di tessuto adiposo viscerale e mantiene una maggiore perdita di peso a 24 mesi. I soggetti obesi mostrano spesso resistenza insulinica con alterata capacità di utilizzare il glucosio ematico circolante e anche una compromissione nel rallentare la produzione del glucosio epatico, mostrando un alterato metabolismo dei carboidrati, con una maggiore tendenza all’immagazzinamento rispetto all’utilizzo. Attraverso un periodo di dieta chetogenica, si può ottenere una perdita di peso, ma va anche a migliorare lo stato metabolico di resistenza insulinica e un maggiore controllo glicemico.
  • Epilessia: nonostante non se ne conoscano bene ancora i meccanismi di azione, la Dieta Chetogenica resta un trattamento integrato convalidato per il trattamento dell’epilessia oramai da anni, grazie anche al lavoro della “Charlie Foundation” e alle numerose pubblicazioni; si applica nella maggior parte dei centri mondiali che curano tale patologia, con il vantaggio della riduzione dell’uso dei farmaci antiepilettici e dei loro effetti collaterali.
  • Diabete di tipo 2: diete VLCKD si sono mostrate sicure nel breve periodo, ben tollerate e senza effetti collaterali (nessuna variazione significativa su valori di creatinina e di azoto nelle urine) e hanno portato una perdita di peso e un miglioramento dei valori di glicemia ed emoglobina glicata migliori rispetto al gruppo di controllo in pazienti affetti a diabete di tipo 2 sotto stretto controllo medico.
  • Malattie cardiovascolari: è ampiamente descritto in letteratura come una riduzione dei carboidrati tale da indurre la chetosi, riducano i livelli di colesterolo totale, trigliceridi, con aumento della frazione di HDL, aumento della dimensione e del volume delle particelle di colesterolo LDL. Le VLCKD inibirebbero anche la sintesi di colesterolo, poiché da una parte l’enzima chiave della sintesi del colesterolo, il 3-idrossi-3metilglutaril-CoA riduttasi, è attivato dall’insulina, ma dall’altra l’attivazione dell’ AMPK che si ha in chetosi, inibisce l’attività dell’enzima stesso.

Tra i campi di applicazione clinica nei quali la Dieta Chetogenica ha mostrato un ruolo terapeutico con emergente evidenza scientifica, abbiamo patologie neurologiche quali Parkinson, Alzheimer ed Emicranie, la PCOS, lAcne, i Disturbi di Fertilità e negli ultimi anni stanno aumentando gli studi sull’applicazione della Dieta Chetogenica nel Cancro, con numerosi studi preclinici e clinici in via di definizione.

CONTROINDICAZIONI ALLA DIETA CHETOGENICA

La Dieta Chetogenica è controindicata nelle seguenti condizioni patologiche o non:

  • insufficienza renale
  • gravidanza ed allattamento
  • diabete di tipo I
  • insufficienza epatica
  • infarto miocardico recente, angina e patologie cardiovascolari
  • alcolismo
  • disturbi mentali
  • deficienze congenite enzimatiche

Ad ogni modo tale modello dietetico non può essere protratto indefinitamente nel tempo. A parte le condizioni di bambini epilettici refrattari ai farmaci, che lo seguono per molti anni, la maggior parte degli studi scientifici attuali suggerisce che il piano alimentare chetogenico venga utilizzato per un periodo di 8/12 settimane.
Al termine della Dieta Chetogenica, sempre sotto la guida del nutrizionista, il paziente dovrà reinserire gradualmente gli alimenti contenenti carboidrati, fino ad arrivare a seguire un modello dietetico mediterraneo, con lo scopo di mantenere i risultati raggiunti nel tempo ed evitare così il recupero graduale dei chili persi.

FONTI

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