La Cannella (Cinnamon spp) è la spezia che meglio rappresenta il Natale, presente in ricette di dolci tradizionali, in bevande calde, come decorazioni natalizie o essenze profumate per la casa. Conosciuta in fitoterapia da molto tempo, è considerata spesso come un rimedio contro l’obesità, l’intolleranza al glucosio, la dislipidemie e le iperglicemie, per la sue probabili capacità di migliorare i valori di glicemia e la sensibilità all’insulina in pazienti affetti da diabete di tipo 2. (3)

Vediamo insieme di capire se tali proprietà ipoglicemizzanti della cannella sono fondate e cosa ci dice la più aggiornata letteratura scientifica sulle possibili applicazioni di questa spezia in nutrizione integrata.

TIPOLOGIE DI CANNELLA

Il primo aspetto da sottolineare è che non esiste una sola specie di Cannella, ma sono ben 250 le specie appartenenti al genere Cinnamomum e soltanto 4 sono le più usate come spezia “cannella”: C. verum Ceylon o Sri Lankan (nota anche come C. zeylanicum) è considerata la “vera” cannella. Tre specie sono legate alla C. Cassia, sono le più popolari ed includono C. aromaticum (nota anche come cinese), C. loureirii (Saigon o vietnamita) e C. burmanni (indonesiano). La cannella è venduta in molte forme: bastoncini di corteccia, polvere di corteccia polverizzata ed estratti derivati ​​dalla polvere.

Gli oli volatili costituiscono l’1-4% del prodotto e includono il 60-80% di cinnamaldeide, fino a 10% di eugenolo, 5- 5% di acido trans-cinnamico, 5-10% di composti fenolici e 4-10% di altri composti comprendenti tannini condensati, catechine e proantocianidine, monoterpeni, sesquiterpeni e tracce di cumarinici. I composti bioattivi responsabili degli effetti imputabili alla cannella sono ancora sotto esame, rendendo pertanto difficile la standardizzazione dei preparati.

La forma in cui viene somministrata la cannella è importante perché gli estratti (solvente acquoso e / o organico estrazione) e le polveri ricavate dalla corteccia polverizzata, contengono sostanze fitochimiche diverse che possono differire in biodisponibilità. La composizione della cannella inoltre varia anche in base alla specie: C. loureirii ha un alto percentuale di trans-cinnamaldeide; C. aromaticium contiene alti livelli di metilcinnamato rispetto a C. loureirii, C. burmanni e C. verum. C. burmanni contiene alti livelli di cumarina rispetto agli altri tre tipi di cannella. La spezia acquistata nei negozi di alimentari in genere contiene una combinazione di diverse forme di cannella nella corteccia o in polvere, con la C. cassia di solito predominante. (1)

Pertanto tutte queste variabilità di specie, di composizione in principi attivi e di forma di commercializzazione/assunzione, non rendono sicuramente facile l’uniformità dei risultati in letteratura scientifica.

GLI EFFETTI DELLA CANNELLA

  • OBESITA’ FEMMINILE: la cannella Cassia sembrerebbe avere capacità di ridurre i valori di glicemia e di insulina sierica grazie ad un miglioramento della resistenza e sensibilità all’insulina. In uno studio si sono confrontati gli effetti della cannella Cassia su tali parametri, in risposta a un test di tolleranza al glucosio orale (OGTT) in donne giovani, sedentarie e obese. In 3 giorni separati, a 10 donne è stato prelevato un campione di sangue venoso a digiuno. Alle partecipanti sono stati somministrati 5 g di placebo incapsulato o 5 g di corteccia di cannella incapsulata Cassia. 3 ore dopo il campione di sangue iniziale, è stato prelevato un altro campione di sangue per calcolare i valori per sensibilità e resistenza insulinica. Le partecipanti hanno quindi completato un OGTT consumando una soluzione di glucosio da 75 g. Il sangue è stato ottenuto a 30, 60, 90 e 120 minuti dopo l’ingestione di glucosio. I risultati hanno mostrato che i valori di sensibilità e resistenza insulinica non erano significativamente differenti tra il placebo e la Cassia (p> .05). La concentrazione massima di glucosio in risposta all’OGTT era significativamente inferiore a 30 minuti per il gruppo con la cannella, rispetto al placebo (140 ± 5,8 e 156 ± 5,2 mg / dL, p = 0,025); tuttavia, non vi era alcuna differenza significativa tra i trattamenti per quanto riguarda i valori di insulina a digiuno. Questo piccolo studio suggerisce che una dose da 5 g di Cassia cannella può ridurre la risposta di picco della glicemia e migliorare la tolleranza al glucosio dopo un OGTT, ma senza alcun miglioramento dell’IS e dell’IR in donne giovani, sedentarie e obese. (2)
  • DIABETE DI TIPO 2: In un altro studio clinico randomizzato in doppio cieco, controllato con placebo, si è voluto determinare l’effetto di un consumo giornaliero di 3 grammi di cannella (C. zeylanicum) in 44 pazienti con diabete di tipo 2, per 8 settimane, valutando gli effetti sugli indicatori glicemici, sui prodotti della glicazione e sullo stato antiossidante. Hanno completato lo studio 39 pazienti (20 nel gruppo di intervento e 19 nel gruppo di controllo). Dopo un intervento di 8 settimane, le variazioni del livello di glicemia a digiuno, insulina, emoglobina A1c, HOMA-IR, carbossimetil lisina, capacità antiossidante totale e malondialdeide non si sono dimostrate significative in entrambi i gruppi, né vi erano differenze significative tra i gruppi osservati in questi indicatori glicemici e infiammatori alla fine dell’intervento. Tale studio ha rivelato che la supplementazione di cannella non ha avuto effetti significativi sugli indicatori glicemici e infiammatori nei pazienti con diabete di tipo 2. (4)
  • SINDROME METABOLICA: Un altro studio in doppio cieco con controllo randomizzato della durata di 16 settimane, ha voluto investigare gli effetti del consumo di cannella su 116 individui asiatici con sindrome metabolica; i partecipanti sono stati randomizzati a due gruppi di intervento dietetico: cannella (3 g al giorno) o farina di frumento (2,5 g al giorno). Sono stati valutati successivamente la composizione corporea, la pressione sanguigna e i parametri metabolici. All’analisi dei risultati si sono mostrati miglioramenti maggiori nel gruppo che ha assunto cannella rispetto al controllo per quanto riguarda i valori di glicemia, di emoglobina glicosilata, di circonferenza vita, di rapporto vita-fianchi, di pressione sanguigna, colesterolo totale sierico, colesterolo LDL, trigliceridi sierici e colesterolo HDL. La prevalenza della sindrome metabolica è risultata significativamente ridotta nel gruppo di intervento (34,5%) rispetto al gruppo placebo (5,2%). (5)
  • PCOS: 66 donne con diagnosi di PCOS sono state arruolate in uno studio clinico randomizzato in doppio cieco controllato con placebo. Tutte le donne con PCOS assumevano medroxy progesterone acetato 10 mg / die negli ultimi 10 giorni dei loro cicli mestruali. Le donne del gruppo cannella sono state trattate con capsule di polvere di cannella da 1,5 g / giorno in 3 dosi divise per 12 settimane, mentre un secondo gruppo con capsule placebo. Sia prima che dopo l’intervento, sono state effettuate valutazioni antropometriche, della glicemia a digiuno, dell’insulina a digiuno, della glicemia 2 ore dopo assunzione di glucosio orale da 75 g, dell’HbA1c, del testosterone, solfato di deidroepiandrosterone, valutazione del modello omeostatico per resistenza all’insulina, dei trigliceridi e colesterolo (totale, HDL e LDL) , confrontandone i risultati. L’insulina a digiuno si è ridotta dopo 12 settimane nel gruppo cannella rispetto al placebo. C’è stata anche una diminuzione significativa della lipoproteina a bassa densità nel gruppo cannella (p = 0,004) rispetto al basale, tale da causare una differenza significativa con il placebo (p = 0,049). Tuttavia analizzando i risultati degli altri parametri considerati, non si sono notate differenze statisticamente significative tra il gruppo cannella e il placebo. I risultati attuali suggeriscono che l’integrazione complementare di cannella può ridurre significativamente l’insulina a digiuno e la resistenza all’insulina in donne con PCOS. (5)

IN CONCLUSIONE…

La cannella ha il potenziale per essere un’utile terapia aggiuntiva nella disciplina della medicina integrativa nella gestione delle iperglicemie e del diabete di tipo 2. Attualmente le prove scientifiche sono prive di conclusioni certe e si necessita di prove a lungo termine volte a stabilire l’efficacia e la sicurezza della cannella, oltre che la standardizzazione dei protocolli sperimentali.

Continuiamo ad usare la cannella nelle nostre ricette, per aggiungere quella nota profumata orientale, soprattutto in unione con la frutta come la mela e l’uvetta. Trovate delle mie ricette a base di cannella qui e qui.

FONTE

  1. Do Cinnamon Supplements Have a Role in Glycemic Control in Type 2 Diabetes – A Narrative Review?. Author manuscript; available in PMC 2017 Nov
  2. Cassia Cinnamon Supplementation Reduces Peak Blood Glucose Responses but Does Not Improve Insulin Resistance and Sensitivity in Young, Sedentary, Obese Women. 2016;13(4):461-71. doi: 10.3109/19390211
  3. Cinnamon extract improves fasting blood glucose and glycosylated hemoglobin level in Chinese patients with type 2 diabetes. 2012 Jun;32(6):408-12. doi: 10.1016/j.nutres.2012
  4. Effects of Cinnamon Consumption on Glycemic Indicators, Advanced Glycation End Products, and Antioxidant Status in Type 2 Diabetic Patients,  2017 Sep 8;9(9). pii: E99
  5. Effect of oral cinnamon intervention on metabolic profile and body composition of Asian Indians with metabolic syndrome: a randomized double -blind control trial.  2017 Jun 12;16(1):113.