Lo scorso Giugno è stato pubblicato uno studio clinco di fase II che ha mostrato i primi risultati sulla sicurezza e sugli effetti della Dieta Mima Digiuno (DDM) su donne che si sono sottoposte a trattamenti chemioterapici per carcinoma mammario di 2/3 stadio Her2 negativo. La DDM è un protocollo alimentare ipocalorico, completamente vegetale, ideato dal prof.Valter Longo, massimo esperto mondiale di nutrizione e longevità. Negli ultimi anni sono diversi i campi clinici nei quali si sta studiando tale protocollo alimentare: dalle malattie cardiovascolari alle neurodegenerative, dal diabete ai tumori. In campo oncologico la Dieta Mima Digiuno si sta investicando da anni con lo scopo di testarne la sicurezza sui pazienti e soprattutto eventuali effetti antitumorali e di potenziamento delle terapie convenzionali. Il razionale scientifico che ne è alla base è che la Dieta Mima Digiuno sarebbe in grado di indurre il nostro corpo in una condizione metabolica che simula appunto il digiuno; tale restrizione calorica potrebbe consentire un rallentamento della crescita tumorale, dal momento che le cellule tumorali possiedono delle caratteristiche cellulo-metaboliche specifiche che non consentono loro una facile adattabilità a condizioni di digiuno e di stress, pertanto si mostrerebbero più suscettibili agli effetti dei farmaci chemioterapici; al contrario invece le cellule sane resterebbero protette dagli effetti collaterali delle terapie, mostrando così un vantaggio di sopravvivenza. In poche parole il digiuno spingerebbe le cellule sane da uno stato proliferativo verso uno stato di mantenimento e riparazione, mentre le cellule maligne, non riuscendo ad adattarsi alle scarse condizioni nutrizionali, andrebbero incontro a morte cellulare sotto l’effetto dei chemioterapici. Il digiuno mostra il suo effetto sulle cellule tumorali grazie alla diminuzione dei livelli plasmatici del fattore di crescita dell’ insulina- 1 (IGF-1), dell’insulina e del glucosio ematico, tutti fattori che possono favorire la crescita cellulare. Sono necessari periodi di digiuno di almeno 48 ore per indurre una forte riduzione dei livelli circolanti di glucosio, IGF-1 e insulina. La DDM è in grado di imitare lo stato di digiuno grazie al fatto che è un protocollo alimentare a bassissimo contenuto calorico e a basso contenuto proteico, ed è stato sviluppato proprio per la sua capacità di causare gli effetti metabolici simili a quelli causati dal digiuno solo con acqua.
Sulla base di questa ipotesi scientifica e sui risultati di numerosi studi sugli animali che confermano la validità di tale ipotesi, si è costruito questo studio clinico di fase II su donne con carcinoma mammario in attesa di sottoporsi a cicli di chemioterapia neoadiuvante, allo scopo di diminuire l’insorgenza di recidive della malattia. Lo studio ha coinvolto 131 donne (arruolate dal 2014 al 2018) con tumore al seno di 2/3 stadio ed Her2 negativo, maggiorenni, non diabetiche, con un BMI >19 e senza nessuna altra condizione patologica. Le donne sono state suddivise in 2 gruppi di studio, con un primo gruppo che ha seguito una dieta standard in aggiunta ai trattamenti chemioterapici e al desometasone; un secondo gruppo invece ha seguito il protocollo della Dieta Mima Digiuno 3 giorni prima e durante ciascun ciclo di trattamento chemioterapico, senza aggiunta del desometasone. Alle pazienti del secondo gruppo è stata assegnata una dieta di circa 1.200 kcal il primo giorno, diminute poi a 200 kcal nei tre giorni successivi (Xentigen™). Il 50% delle pazienti del gruppo DDM ha completati i primi 2 cicli, mentre solo il 20% ha completato tutti i 6 cicli di DDM + chemioterapia.
I risultati dello studio hanno mostrato che le pazienti che hanno seguito la DDM non hanno mostrato maggiori effetti collaterali rispetto alle pazienti a dieta libera, dimostrando che la DDM potrebbe non far richiedere il trattamento con farmaci corticosteroidei. Il danno cellulare del DNA dei linfociti T è stato minore nel gruppo che ha seguito la DDM in associazione alla chemioterapia, dimostrando che la dieta mima digiuno protegge le cellule dal danno cellulare indotto dai chemioterapici. Inoltre nelle donne che hanno concluso tutti i cicli di DDM e chemioterapici, si è avuta una perdita di cellule tumorali dal 90% al 100%, mentre nel gruppo di analisi con restrizione calorica, la malattia definita “stabile” o “progressiva” è risultata inferiore di quasi 1/3 rispetto al gruppo di controllo.
In conclusione i risultati di questo studio sono i primi a suggerire che i cicli della DDM sono sicuri ed efficaci in aggiunta alla chemioterapia nelle donne con carcinoma mammario in fase iniziale. I dati dimostrando che la DDM è sicura ed efficace in aggiunta alla chemioterapia almeno nei pazienti con un indice di massa corporea normale al momento dell’inclusione, ma sappiamo che molti pazienti oncologici mostrano già malnutrizione nel momento della diagnosi. E’ importante che l’approccio al digiuno in associazione alle terapie convenzionali venga effettuato soltanto insieme a persone specializzate del settore, che possano valutare il sussistersi di condizioni cliniche favoroli o meno, in accordo con il medico oncologo e scongiurando autoprescrizioni.
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