Spesso ci si interroga se ci sia una dieta specifica da seguire in caso di diagnosi di tumore, se sia possibile prevenirne il tumore con la dieta o se esistano dei cibi antitumorali. Parlare di Nutrizione Oncologica non è affatto semplice e molto c’è ancora da studiare e da capire a livello scientifico. Sicuramente sappiamo che una corretta alimentazione rientra tra i mezzi a disposizione per prevenire l’insorgenza di un tumore, e che l’Alimentazione ha un stretta correlazione con l’Oncologia non soltanto nella prevenzione primaria, ma anche come supporto e coadiuvante in corso di terapie, fino alla fase successiva ai trattamenti, in quel periodo molto importante detto di “follow-up”, in cui oltre ad effettuare gli esami strumentali e clinici necessari a individuare o meno la comparsa di recidive della malattia, è importante effettuare la prevenzione secondaria, mettendo il nostro organismo nella condizione migliore affinché il tumore non si ripresenti, o nella peggiore delle ipotesi, recidivi in un periodo il più lungo possibile.
L’alimentazione gioca un ruolo cruciale in ciascuno di questi momenti, e non è possibile assolutamente sottovalutarla tanto meno sminuirla, così non si possono comunicare false illusioni o osannare un modello dietetico mostrandolo come l’unica cura possibile. Ciò che si richiede maggiormente è un lavoro di squadra e un approccio integrato tra Oncologi e Nutrizionisti, per gestire al meglio tutto l’iter terapeutico con professionalità, empatia e buon senso.
Il cancro è una patologia che ha un’eziologia multifattoriale, nel senso che sono vari i fattori che possono concorrere all’insorgenza di un tumore nel corso della vita di un’individuo: fattori ambientali, genetici, fisici, infezioni ma soprattutto di stile di vita quali fumo, alcool, attività fisica e dieta.
Obesità, sedentarietà ed infiammazione sono influenti fattori di rischio nell’insorgenza dei tumori (sia primitivi che secondari) ed è importante in prevenzione attuare cambiamenti utili a ripristinare una condizione fisica e metabolica migliore. Gli esami strumentali ed ematochimici sono necessari per diagnosticare un tumore nelle fasi precoci, ma questi non agiscono sulla riduzione dei fattori di rischio.
Uno stile di vita poco sano e un modello alimentare obesogeno ed infiammatorio, necessitano di opportune azioni di cambiamento.
PREVENIRE IL TUMORE CON LA DIETA: L’ALIMENTAZIONE COME PREVENZIONE PRIMARIA
Già nei primi anni ’80 fu stimato che una buona parte dei tumori fosse attribuibile a fattori di rischio modificabili e che il 30% di essi potesse essere attribuito all’alimentazione. Nel 2009 il Fondo Mondiale per la Ricerca sul Cancro (WCRF) ha confermato tale ipotesi, stimando che il 25% di tutti i tumori potrebbe essere prevenuto nei paesi occidentali mediante l’adozione di un regime alimentare corretto, la riduzione del sovrappeso e lo svolgimento di una regolare attività fisica giornaliera.
Un’eventuale associazione tra dieta e tumori è stata investigata in numerosi studi epidemiologici a partire dagli anni ’80; tra questi lo studio EPIC, condotto su circa 520.000 persone appartenenti a 10 paesi d’Europa, è stato il più vasto studio di popolazione coordinato dallo IARC (Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro), che ha fornito informazioni importanti alla Nutrizione Oncologica.
Le evidenze scientifiche hanno mostrato una forte correlazione tra alimentazione e tumore del colon-retto (il più frequente in Italia), con un aumento dell’insorgenza del rischio in relazione ad un aumentato consumo di carni rosse (sia fresche che conservate come i salumi), mentre il consumo del pesce ne ridurrebbe il rischio, così come il consumo di cibi vegetali (legumi, cereali integrali, verdure, frutta).
Il consumo di verdure, frutta e in genere di fibre ha un effetto protettivo per tutti i tumori, grazie alla loro ricchezza di antiossidanti, vitamine e sali minerali, con evidenze maggiori per i tumori del tratto digerente come stomaco ed esofago.
Il tumore alla mammella ha un aumentato rischio in caso di alimentazione ricca di grassi animali, di cibi raffinati, di zuccheri semplici e ad elevato indice glicemico. La riduzione dell’assunzione di queste categorie alimentari nello studio italiano DIANA ha mostrato una rimunizione degli indicatori ormonali di rischio per il tumore alla mammella in donne post-menopausa, in parallelo ad aumentata assunzione di cereali integrali, legumi e verdure.
Anche il consumo elevato di alcool è un fattore di rischio per tumori come intestino, mammella, seno, fegato e vie aeree superiori.
Alla luce di tali risultati scientifici, sembrerebbe che il modello alimentare ideale per prevenire l’insorgenza di un tumore sia un modello tipicamente mediterraneo, che vede una riduzione dei cibi di origine animale, un incremento di cibi vegetali con riduzione al minimo del consumo di cibi raffinati, zuccherati, industriali e bevande alcoliche.
Nel 2007 il WCRF ha stillato delle Raccomandazioni per la Prevenzione dei Tumori riassumibili in 10 punti:
- Mantenersi snelli per tutta la vita
- Mantenersi fisicamente attivi tutti i giorni
- Limitare il consumo di alimenti ad alta densità calorica ed evitare il consumo di bevande zuccherate
- Basare la propria alimentazione prevalentemente su cibi di provenienza vegetale, con cereali non industrialmente raffinati e legumi in ogni pasto e un’ampia varietà di verdure non amidacee e di frutta
- Limitare il consumo di carni rosse ed evitare il consumo di carni conservate
- Limitare il consumo di bevande alcoliche
- Limitare il consumo di sale (non più di 5 g al giorno) e di cibi conservati sotto sale Evitare cibi contaminati da muffe
- Assicurarsi un apporto sufficiente di tutti i nutrienti essenziali attraverso il cibo
- Allattare i bambini al seno per almeno sei mesi.
- Nei limiti dei pochi studi disponibili sulla prevenzione delle recidive, le raccomandazioni per la prevenzione alimentare del cancro valgono anche per chi si è già ammalato
COSA MANGIARE IN CASO DI TUMORE: L’ALIMENTAZIONE DURANTE LE TERAPIE ONCOLOGICHE
Oltre all’aspetto preventivo, altrettanto importante è un’alimentazione adeguata durante tutto il periodo di terapie oncologiche quali chemioterapia, radioterapia e immunoterapie. Le finalità sono diverse e tutte non assolutamente da sottovalutare: riequilibrare lo stato fisico-nutrizionale del paziente, ridurre al tossicità delle terapie e controllarne gli effetti collaterali, sostenere il sistema immunitario e controllare la proliferazione delle cellule neoplastiche.
Troppo spesso i pazienti alla domanda “devo seguire un’alimentazione particolare?” si sentono rispondere che possono mangiare ciò che vogliono; una risposta del genere è giustificata in una fase della malattia che purtroppo non lascia molte speranze, come mero fattore consolatorio e psicologico, mentre non può essere una risposta idonea quando ci troviamo di fronte ad un organismo che sta affrontando delle terapie che possono debilitarlo oltre che causare una serie di effetti collaterali anche pesanti, spesso a carico dell’apparato gastroenterico e quindi ad impatto negativo per quello che riguarda l’assunzione e l’assorbimento degli alimenti.
In questa fase molto delicata, il paziente ha più che mai bisogno di ricevere i giusti cibi e le molecole adatte a poter supportare il percorso terapeutico. Come è indicato nelle Linee Guida internazionali di riferimento per la nutrizione dei pazienti con tumore (ESPEN), quello che si deve assolutamente evitare è lo stato di malnutrizione del paziente oncologico, poichè tale condizione peggiora la prognosi e la risposta alle terapie intraprese. La letteratura scientifica lo dimostra ampiamente. E’ necessario monitorare costantemente il paziente nel peso e nelle variazioni di composizione corporea e lavorare in modo integrato con il medico oncologo, affinchè si possa intervenire adeguatamente in caso di carenze caloriche, proteiche, vitaminiche o subentrino problemi di assunzione/assorbimento del cibo, che potrebbero compromettere lo stato di salute del paziente stesso.
Durante le terapie oncologiche, le esigenze del paziente e il suo quadro clinico-nutrizionale potrebbero variare, sia in itinere, che rispetto al momento precedente le terapie. Tali esigenze devono essere opportunamente prese in considerazione e gestite, cercando di trovare una soluzione dietetico-nutrizionale che sia il più possibile personalizzata, adeguata, fattibile e psicologicamente accettata.
Quali sono gli obiettivi che dovrebbe perseguire la Nutrizione Oncologica in corso di terapie oncologiche? E quali le caratteristiche di una dieta nel tumore?
- Riduzione dell’assunzione di cibi che hanno elevati fattori di crescita e che stimolano la produzione di IGF1, come nel caso di cibi ad alto indice glicemico e un modello dietetico caratterizzato da eccesso di proteine.
- Assunzione di alimenti che riducono e/o gestiscano gli effetti collaterali delle chemio e radioterapie (nausea, vomito, diarrea, scarso appetito, stitichezza, sensibilità al glutine, infiammazioni intestinali, mucositi…)
- Aumentare l’efficacia della chemio e radioterapia, oltre che ridurne gli effetti collaterali attraverso opportune indicazioni nutrizionali da valutare e personalizzare caso per caso.
- Elaborazione di un’alimentazione idonea alle esigenze nutrizionali del paziente che impedisca carenze nutrizionali e perdita di peso. Ricordiamoci che la perdita di peso costituisce una prognosi negativa per il percorso terapeutico del paziente: non possiamo curarlo per il tumore e farlo morire di fame.
- Assunzione di cibi specifici che rispettino i gusti e le esigenze del paziente, ma che nello stesso tempo diminuiscano lo stato infiammatorio dell’organismo e lo supportino durante le terapie
- Consigliare l’assunzione di cibi noti per le proprietà nutrizionali antitumorali, antiagiogenetici (contro lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni da parte del tumore) e che facilitino la morte delle cellule tumorali (antiapoptotici).
COSA MANGIARE DOPO UN TUMORE: L’ALIMENTAZIONE COME PREVENZIONE SECONDARIA
Al termine delle terapie oncologiche, è molto importante adottare uno stile di vita e alimentare che vede come obiettivo quello di abbassare il più possibile i fattori che potrebbero determinare lo sviluppo di recidive e un ritorno della malattia, in un’ottica di prevenzione secondaria parallela alle prevenzione strumentale e di indagini cliniche.
Le indicazioni da seguire sono le stesse che il WCRF consiglia di adottare per la prevenzione dei tumori nella popolazione generale; tuttavia in questa fase è ancora più importante fare in modo che tali indicazioni non restino soltanto teoria ma vengano messe in pratica.
Tra i fattori più importanti da gestire c’è sicuramente l’obesità, in quanto l’eccessivo quantitativo di tessuto adiposo secerne molecole antinfiammatorie e ormoni sessuali in eccesso. La perdita di peso è il primo obiettivo da raggiungere per porsi in una condizione di minor rischio, da raggiungere attraverso un cambiamento della propria alimentazione, un incremento dell’attività fisica e un’assunzione di una maggiore consapevolezza dell’importanza di attuare uno stile di vita più sano.
Le Linee guida Espen consigliano alle persone libere da malattia, di mantenere un peso con un BMI nella normalità (da 18 a 25) e di seguire uno stile di vita attivo oltre che un modello alimentare con più cibi vegetali e pochi cibi animali, grassi saturi e alcool.
Ancora una volta, anche se non si può generalizzare un modello dietetico che richiede sempre personalizzazione, possiamo ribadire che la dieta del follow-up dovrebbe non eccedere nella quantità proteica, preferire cibi vegetali, integrali e non raffinati, prevedere una buona quota di grassi buoni e un maggior consumo di fibre, vitamine, minerali e soprattutto sostanze antiossidanti, antitumorali e stimolatrici del sistema immunitario.
Le ricerche scientifiche più recenti stanno ponendo sempre più attenzione sul comprendere l’efficacia nel tumore del digiuno e della restrizione calorica, strategie dietetiche, entrambe valide ed efficaci a spingere l’organismo verso la strada dell’autofagia, quel fine ed ancestrale meccanismo biologico di consumo delle sostanze di riserva che in un modello alimentare fatto di eccessi di cibi, di calorie e di frequenze di consumo, non riesce più a compiere la sua funzione di manutenzione come un tempo. Tali strategie vanno valutate ed attuate sulla base dello stato clinico e nutrizionale del paziente, in quanto sconsigliate in caso di cachessia o basso peso corporeo.
Nessuna dieta può essere improvvisata e lasciata al caso, a maggior ragione in corso di patologia oncologica. Si necessita sempre di una attenta e precisa valutazione da parte del professionista che stabilirà la dieta ottimale, personalizzata sulla base delle esigenze nutrizionali, di stili di vita e della situazione clinica del paziente, in accordo e sinergia con l’Oncologo. Fermo restando che l’evidenza maggiore alla prevenzione dell’insorgenza del tumore è la perdita di peso, mentre il miglior “cibo antitumorale” è il movimento.
FONTI
World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research. Policy and Action for Cancer Prevention: Food, Physical activity: a Global Perspective. AIRC, 2009.
World Cancer Research Fund/American Institute for Cancer Research. Food, Nutrition and the Prevention of Cancer: a Global Perspective. AIRC, 2007.
Meat, fish, and colorectal cancer risk: the European Prospective Investigation into cancer and nutrition. Norat T at al – J Natl Cancer Inst. 2005 Jun 15;97(12):906-16
Dietary Glicemic index, glycemic load and risk of breast cancer:meta-analysis of prospective cohort studies. Dong JY et al – Breast Cancer Res Treat. 2011Apr; 126(2):287-94
Reducing bioavailable sex hormones through a comprehensive change in diet: the diet and androgens (DIANA) randomized trial. Berrino F, et al – Cancer Epidemiol Biomarkers Prev. 2001 Jan;10(1):25-33
ESPEN guidelines on nutrition in cancer patients: Clinical Nutrition (2016)
ESPEN expert group recommendations for action against cancer-related malnutrition: Clinical Nutrition 2017