L’ingresso nella fase della menopausa è di solito causa di molte preoccupazioni tra le donne, tra cui la paura di aumentare di peso. E’ infatti noto che l’obesità e la sindrome metabolica hanno in menopausa un’incidenza di circa tre volte superiore rispetto alla fase precedente. Ma l’aumento di peso è inevitabile, quindi è qualcosa a cui ci si deve rassegnare accettando le modifiche del corpo, o è il risultato di comportamenti non idonei del proprio stile di vita? Vediamo insieme le attuali conoscenze riguardanti l’eziologia dell’obesità legata alla menopausa e i meccanismi del suo sviluppo, con particolare riguardo ai cambiamenti ormonali che si verificano durante questo periodo di vita, al ruolo degli estrogeni nella regolazione del bilancio energetico e all’effetto degli ormoni sessuali sul metabolismo del tessuto adiposo. Ottenere una migliore comprensione delle cause e dei meccanismi dell’aumento di peso durante questo periodo delicato della vita di una donna ci consente di contrastarne gli effetti, che non sono inevitabili, come si teme, ma possono essere efficacemente gestiti implementando uno stile di vita sano e, nel caso possibile, adottando una terapia ormonale sostitutiva della menopausa.
LA MENOPAUSA E LE CAUSE DELL’AUMENTO DI PESO
La menopausa viene riconosciuta effettiva 12 mesi dopo l’ultimo periodo mestruale come conseguenza dell’impoverimento del pool di follicoli ovarici e il declino della produzione di estrogeni; è preceduta da un periodo di premenopausa, quando le mestruazioni sono ancora relativamente regolari, e un periodo di 3-12 mesi di perimenopausa, caratterizzato da sanguinamenti irregolari. Nelle donne europee la menopausa appare mediamente all’età di 51,3 ± 5 anni. In genere la menopausa è accompagnata da diversi sintomi come vampate di calore, disturbi dell’umore, disturbi del sonno e infezioni ricorrenti del tratto urogenitale. Inoltre in questo periodo possono emergere problemi metabolici quali aumento del peso corporeo, resistenza all’insulina e alterazioni del metabolismo del glucosio e dei lipidi. Di conseguenza, il rischio di sviluppare diabete di tipo 2, osteoporosi, problematiche cardiovascolari e oncologiche aumentano.
A livello sanitario l’obesità dovrebbe essere considerata una dei più importanti disturbi associati alla menopausa. L’incidenza dell’obesità tra le donne negli Stati Uniti tra i 40 e 65 anni è calcolata al 65%, e tra le donne oltre i 65 anni di età quasi al 74%. La prevalenza della sindrome metabolica dopo la menopausa, strettamente associata con l’obesità, è stimata intorno al 31-55%, in base alle differenze socioeconomiche, ambientali e ai fattori genetici ed etnici.
I meccanismi che conducono nel tempo all’aumento del peso corporeo durante la menopausa non sono ancora chiaramente noti, ma la causa principale sembrerebbe essere la rapida caduta dei livelli di estrogeni. Gli estrogeni nelle donne sono responsabili dell’accumulo di grasso nel tessuto sottocutaneo, in particolare nelle regioni del gluteo e dei femori, che tuttavia non costituisce grasso rischioso come quello che si accumula a livello addominale. Facilitano inoltre l’ossidazione dei grassi a livello muscolare, quindi il loro uso, limitando la formazione di nuovo grasso (detta lipogenesi) a livello del fegato e dei muscoli. Gli ormoni androgeni promuovono invece l’accumulo di grasso a livello addominale. Lo sviluppo dell’obesità osservata durante la menopausa, con ridistribuzione del grasso metabolicamente sfavorevole dalla posizione ginoide (gambe e glutei) alla posizione addominale, sarebbe causata dalla iperandrogenemia che viene a determinarsi in condizioni di mancanza di estrogeni. Un altro importante fattore che contribuirebbe allo sviluppo dell’obesità centrale è una diminuzione della produzione epatica della globulina legante l’ormone sessuale (SHBG), che aumenterebbe pertanto la biodisponibilità di androgeni come il testosterone. È stato stimato che le donne in postmenopausa hanno un rischio di sviluppare obesità addominale di 4,88 volte più alto rispetto ai soggetti in premenopausa. Gli androgeni del grasso addominale, quali testosterone e androstenedione, vengono convertiti in estrogeni successivamente all’azione dell’enzima aromatasi, e l’obesità assume un ruolo importante nella conversione di tali androgeni in estrogeni (estrone, estradiolo ed estriolo). Ma gli estrogeni derivati dall’aromatasi non sembrano avere un ruolo protettivo per la sensibilità all’insulina e per le malattie cardiovascolari, mentre sembra che facciano aumentare il rischio di diabete di tipo 2, di ipertensione, di dislipidemia e di malattie cardiovascolari. Alla luce di questa spiegazione biologica ed endocrinologica, è sufficiente il solo aumento del girovita e del conseguente grasso addominale per influenzare negativamente la sensibilità all’insulina e l’instaurarsi della sindrome metabolica, con aumento dei valori della glicemia postprandiali, della proteina C reattiva, dei trigliceridi, della IL-6 e una diminuzione del colesterolo HDL, in un meccanismo a circolo vizioso, dove il tutto può essere sbloccato a partire dalla perdita di peso accumulato nel tempo attraverso una dieta adeguata e uno stile di vita più attivo. (1)
L’AUMENTO DI PESO IN MENOPAUSA NON E’ INEVITABILE
E’ indubbio il rischio di aumentare di peso dopo la menopausa che, come abbiamo detto, si associa ai fisiologici cambiamenti ormonali. Ma questo non significa che non ci sia soluzione e che ci si debba rassegnare ad una condizione di sovrappeso senza poter intervenire in tempo, per evitare che negli anni il girovita aumenti sempre più e si vengano ad instaurasi le complicazioni metaboliche enunciate, le quali renderanno sempre più difficile la perdita di peso. Innanzitutto dobbiamo considerare altri fattori che contribuiscono a far salire l’ago della bilancia, come la genetica e i fattori ambientali, tra cui lo stile di vita che cambia negli anni (dieta malsana, mancanza di attività fisica), malattie (ad es. Malattia di Cushing, ipotiroidismo), l’assunzione di alcuni farmaci (corticosteroidi, insulina, glitazoni) e numerosi altri fattori, non da ultimi quello psicologico legato ad una fase di vita diversa e nuova della donna.
Il Framingham Nutrition Study ha dimostrato che una dieta ad alto apporto calorico e ricca di grassi, contenente alcol, con poche fibre e micronutrienti, adottata per 12 anni dalle donne, aumentava il rischio di obesità addominale e sindrome metabolica di 3-4 volte. D’altra parte, una dieta a basso contenuto calorico con eliminazione di cibo da fast food e di carboidrati, ma ricca di pesce di mare, prodotti dietetici, frutta e verdura si è dimostrata protettiva contro l’obesità e i disturbi del metabolismo. (1) Un altro studio è andato a valutare tramite questionario di abitudini alimentari, la correlazione tra diversi modelli dietetici e lo stato di obesità in circa 480 donne in postmenopausa, di cui il il 39,5% sovrappeso e il 29,1% obese. Dall’analisi dei risultati è emerso che le donne che consumavano un’alimentazione ricca di cereali integrali, di legumi e di scarsi prodotti raffinati, avevano un indice di massa corporea inferiore, così come la circonferenza vita e il rapporto circonferenza vita/altezza erano migliori rispetto alle donne che consumavano una dieta ricca di carne rossa, patate e scarso consumo di frutta secca e di te o caffè. Tale associazione sembrerebbe indipendente dall’età, dagli anni della menopausa, dall’assunzione di energia e dall’esercizio fisico, suggerendo di fatto che i diversi modelli dietetici possono associarsi positivamente o negativamente allo stato di obesità nelle donne in postmenopausa. Tra le indicazioni dietetiche da seguire per una corretta alimentazione in menopausa, si raccomanda da tempo di preferire il consumo di cereali integrali rispetto a quelli raffinati, sulla base delle evidenze scientifiche raccolte negli anni, che vedrebbero il legame tra l’assunzione dei cereali integrali e la riduzione dell’incidenza del diabete di tipo 2, del rischio cardiovascolare e di sviluppare obesità. Si è supposto che le cause di questo vantaggio si possano ritrovare in un valore nutrizionale superiore dei chicchi integrali rispetto ai raffinati, tra cui un contenuto maggiore di fibra, la quale sarebbe in grado di sopprimere l’appetito, di migliorare il controllo glicemico,la sensibilità all’insulina e di modulare in meglio la composizione e la funzione del microbiota intestinale. (2)
IN CONCLUSIONE COSA FARE? ESISTE LA DIETA DELLA MENOPAUSA?
La modifica dietetica da adottare in menopausa per perdere peso o meglio, non prenderlo affatto, dovrebbe includere una dieta ipocalorica ed equilibrata. Si consiglia di consumare un quantitativo adeguato di fibre e micronutrienti, da frutta, verdura e cereali integrali, e di ridurre contemporaneamente l’assunzione di grassi e di carboidrati raffinati. (1) Poiché la massa corporea magra (compresa la massa muscolare) tende a diminuire e quindi il dispendio energetico ad abbassarsi, una dieta in menopausa troppo calorica farebbe prendere peso nel tempo, soprattutto se non tiene conto della possibile resistenza all’insulina e di tutti gli altri fattori infiammatori metabolici presenti. Ma non si può parlare di dieta in menopausa senza considerare lo stile di vita e il movimento fisico. Le raccomandazioni delle società scientifiche in merito allo stile di vita nella menopausa, sottolineano l’importanza di combinare la dieta con l’esercizio, dal momento che un’attività fisica limitata durante la menopausa, accelera il progresso dell’invecchiamento e aumenta il rischio cardiovascolare e di osteoporosi. L’esercizio fisico regolare (30 minuti / giorno, almeno 2,5 ore / settimana) è il miglior predittore per raggiungere il controllo del peso a lungo termine e previene gli eventi cardiovascolari. L’esercizio fisico aggiunto alla dieta, aiuta a promuovere una maggiore perdita di peso. E’ stato dimostrato che il comportamento che include una sana alimentazione e una più intensa attività fisica nelle donne in menopausa è efficace nel ridurre il peso corporeo, in particolare la massa grassa, mentre la massa magra è mantenuta, e la massa ossea addirittura aumenta. La riduzione o meglio, l’assenza dell’obesità e delle relative coomorbilità (ipertensione, intolleranza al glucosio, dislipidemia e malattie cardiache) sono tra i principali vantaggi dell’esercizio fisico. L’esercizio fisico a lungo termine è anche associato a tassi ridotti di incidenza di cancro, di demenza e declino cognitivo, sbalzi dell’umore, ansia e riduzione dell’osteoporosi, dell’osteopenia, delle cadute e delle fratture. Un’attività fisica benefica comprende esercizi che promuovono l’idoneità cardiovascolare (aerobica), la forza muscolare (resistenza), la flessibilità (stretching) e l’equilibrio (molte delle precedenti e attività aggiuntive come lo yoga). (3, 4)
Infine se l’aumento di peso in menopausa è causa di uno squilibrio ormonale, è da supporre che una terapia ormonale sostitutiva (HTM) possa essere di aiuto. Ci sono molte prove che la terapia sostitutiva riduce l’obesità, diminuisce la massa grassa addominale (ridistribuisce il grasso corporeo), abbassa i livelli di glucosio e di insulina a digiuno, aumenta il profilo lipidico e, di conseguenza, riduce il rischio cardiovascolare. Ovviamente l’HTM dovrebbe essere applicata in linea con le raccomandazioni delle autorità scientifiche, tenendo conto delle indicazioni e controindicazioni. E ‘noto che il trattamento deve essere iniziato durante la perimenopausa o nel primi anni dopo la menopausa. Se iniziato più tardi, potrebbe anche essere controproducente e dannoso. Va ricordato che i livelli di estrogeni che non sono controbilanciati dai progestinici, potrebbero portare a massicci sanguinamento nelle donne in premenopausa e aumentare il rischio di iperplasia e di cancro endometriale dopo la menopausa. (1)
FONTI
- Obesity in menopause – our negligence or an unfortunate inevitability?.Prz Menopauzalny. 2017 Jun;16(2):61-65
- Dietary patterns, Mediterranean diet and obesity in postmenopausal women. Maturitas. 2018 Apr;110:79-85
- Physical activity modifies genetic susceptibility to obesity in postmenopausal women. Menopause. 2018 May 14
- Menopause and exercise. Menopause. 2015 Dec;22(12):1351-8
Un commento
bell’articolo e bella esperienza,grazie per la condivisione!mia mamma in menopausa non ha avuto problemi sia perchè ha sempre mangiato bene e sia perchè ha fatto sempre sport..di solito però si è sempre permessa solo qualche tarallo pugliese di antoniofiore.net