Perchè mettersi a dieta? Perchè è necessario perdere peso? Nella nostra società degli ultimi 50 anni, il canone estetico, femminile ma anche maschile, è cambiato di molto: corpi di donne sinuosi, che oggi definiremmo “curvy”, sono stati spodestati da un immaginario di magrezza a volte eccessivo (conosciamo tutti purtroppo l’ideale estetico del mondo della moda e delle passerelle), oppure da corpi scolpiti e muscolosi, che se un tempo erano prerogativa del mondo maschile, oggi riguardano anche quello femminile. Pertanto si può decidere di intraprendere un percorso dimagrante principalmente per una mera ragione estetica, ma si può decidere di mettersi a dieta anche per ragioni di salute, per migliorare alcune condizioni patologiche legate all’alimentazione o anche semplicemente per attuare una prevenzione primaria che scongiuri la loro insorgenza. Sappiamo bene come nei paesi occidentalizzati, l’eccesso di cibo e la sua scarsa qualità, affiancate da una facile reperibilità e uno stile di vita sedentario, siano le basi di un aumentato rischio di insorgenza di patologie cardiovascolari, metaboliche (come il diabete di tipo 2, l’insulino-resistenza e l’obesità) e tumorali. Un eccesso ponderale significa un eccesso di tessuto adiposo, il quale predispone il corpo ad una condizione infiammatoria essendo il tessuto adiposo stesso un organo che secerne molecole infiammatorie. E l’infiammazione è la madre della maggior parte delle patologie.

Che sia per una ragione estetica o salutistica, l’importante è che la perdita di peso avvenga in modo sano, con un’alimentazione equilibrata in macro e micronutrienti e adatta all’individuo che la intraprende. La diet industry è diventata un vero e proprio business: non manca giorno nel quale non sia proposto un nuovo metodo dimagrante; se ne parla in televisione, sui libri, sui giornali e sui social. Fantomatici “guru” della dietetica osannano la loro dieta miracolosa, mentre i diversi professionisti della nutrizione tentano di smentire le fake news e le mode alimentari, troppe volte non basate su evidenze scientifiche forti. In una vera e propria guerra mediatica, a turno i cibi diventano ora nemici ora amici, ma a pagarne le spese sono sempre le persone comuni, che non avendo strumenti di discernimento della realtà e della scientificità di un concetto, cadono spesso nella rete di mode alimentari che promettono il dimagrimento definitivo tanto desiderato da una vita. Ma esiste una dieta che funzioni con certezza e che ci faccia perdere peso senza fatica e in tempi rapidi?

LE ASPETTATIVE DELLA DIETA E I PENSIERI SABOTANTI

Prima di chiederci quale sia la dieta che funzioni davvero, perché non ci soffermiamo a domandarci quale sia la reale motivazione che ci ha spinto a non perdere peso o a recuperare i chili perduti con l’ennesima dieta non completata? Il tasso di fallimento delle diete è molto alto (supera l’80%) ed include sia l’incapacità di arrivare al peso desiderato che quella di mantenerlo, insieme ad un elevato tasso di interruzione del percorso di dimagrimento. Viene a instaurarsi spesso il circolo vizioso delle “diete yo-yo“, un’altalena di perdita e di recupero dei chili corporei, che ad ogni nuova dieta saranno sempre superiori ai chili di partenza, con conseguenti stati emotivi di sconforto, delusione e sfiducia in se stessi, accanto ad un’alterazione del quadro metabolico della persona, che può andare incontro nel tempo a perdita di densità ossea, di massa muscolare e una riduzione del metabolismo di base, soprattutto con diete fai da te o non supportate da adeguate figure professionali legalmente riconosciute a svolgere questo lavoro (leggete qui quali sono e come riconoscere un vero professionista della nutrizione). Il dimagrimento si otterrà sempre più difficilmente e il rischio di cadere in un circolo vizioso frustrante è elevato, fatto di inizi di diete e incapacità di resistere alle tentazioni che la vita di tutti i giorni ci pone, insieme alla non adeguata gestione della fame, con conseguente perdita di controllo e recupero del peso perso.

Ogni volta che si inizia una dieta, inevitabilmente ci si pone davanti a delle aspettative che trovano terreno fertile in alcuni pensieri non sempre adeguati alla situazione o al singolo soggetto, ma che sono spesso luoghi comuni, pensieri o esperienze di altre persone diverse da noi e che rischiano di sabotare il nostro percorso di dimagrimento. A titolo esemplificativo e per aiutarvi a capire meglio il concetto, vi riporto alcune delle domande che mi vengono poste spesso durante le mie consulenze e che mostrano le diverse aspettative del percorso dimagrante; per ciascuna di esse ho provato ad indicarvi anche le risposte più realistiche, con lo scopo di mostrarvi come per la maggior parte delle domande, le risposte non sono quelle che ci aspetteremo di ricevere:

  • “Quanti chili perderò con questa dieta?” Come si può pretendere di sapere a priori l’esatta perdita di chili se questo dipende da fattori strettamente correlati tra loro quali la nostra aderenza al piano alimentare, i nostri stati d’animo, le nostre vulnerabilità, le relazioni con gli altri, la vita esterna a noi e il fatto che non siamo dei robot ma nel nostro corpo avvengono numerosi, delicati, complessi e singolari processi biologici?
  • “Quanto tempo impiegherò a dimagrire?” Perché è importante voler capire il fattore temporale che dipende da tutte le variabili descritte precedentemente e pertanto incalcolabile? Una volta che avremmo raggiunto la perdita di peso, non saremo liberi di tornare a mangiare come facevamo prima della dieta senza riprendere peso e tornare in quel corpo con chili in eccesso. Più che concentrarci su quanto tempo impiegheremo, cerchiamo di stabilizzare e rendere costanti alcuni cambiamenti di comportamento e di pensiero, anche i più piccoli; soltanto in questo modo getteremo le basi per la reale trasformazione. Ma per fare questo ci vuole tempo.
  • “Perché dimagrisco lentamente?” Rispetto a quale parametro di confronto? E rispetto a quale obiettivo? Ognuno di noi è un mondo a se, con i propri tempi e strumenti e potremmo imparare molto dagli ostacoli e dalle difficoltà che incontreremo durante il percorso di dimagrimento.
  • “Forse la dieta che fa la mia amica mi farebbe dimagrire di più?” Perché ciò che va bene per un’altra persona, che non ha tutto il nostro mondo dentro e fuori, dovrebbe andare bene per noi
  • “Questa dieta la devo seguire per sempre?” La dieta è uno stile di vita alimentare e se non si comprende che il cambiamento definitivo di uno stile di vita alimentare che ci faceva essere in sovrappeso è ciò che determina il mantenimento del risultato, non avremo molto scampo.
  • “Come farò a non poter mangiare fuori con gli altri?” Come è pensabile poter sostenere a vita un nuovo stile di vita alimentare che non prevede la condivisione del piacere del cibo con gli altri e la socializzazione annessa? Durante il percorso di dimagrimento è fondamentale poter imparare i principi di una alimentazione sana ed equilibrata, soltanto così saremo in grado di gestire tutti i pasti fuori casa senza sensi di colpa.
  • “Ma non potrò più mangiare i cibi che mi piacciono?” La gratificazione gustativa di ciò che mangiamo è fondamentale ed è nostro dovere ricercarla con ricette appetitose, che rispettino i nostri gusti e che diano variabilità. E’ proprio questo il motivo che mi ha spinto anni fa ad aprire il mio blog Una Nutrizionista in Cucina, e a proporvi quotidianamente soluzioni pratiche di ricette, fermo restando che una cosa è il gusto e il piacere del palato, un’altra è un comportamento tendente all’alimentazione incontrollata e inconsapevole. Se alcuni cibi sappiamo essere la causa del nostro malessere o della nostra patologia, non potremmo far finta di niente continuandoli a mangiare senza regole. Le nostre papille gustative di abitueranno presto ai cambiamenti se avremo costanza, determinazione e consapevolezza.

Può bastare una semplice piano alimentare per dimagrire? Se comprendiamo che per perdere peso dobbiamo gestire le numerose tentazioni ed offerte alimentari quotidiane, il nostro comportamento alimentare che ci portiamo dietro da anni, il significato che diamo al cibo e tutto il nostro mondo di pensieri collegati al modo in cui ci vediamo, in cui sentiamo e come ci approcciamo ad un cambiamento di stile di vita alimentare, forse la risposta è no, non basta. La terapia cognitivo comportamentale ci insegna che il modo di pensare di una persona influenza il suo mondo emotivo e il suo comportamento: non sono gli eventi di per se a creare una sofferenza o un disagio, ma il significato che vi diamo. Lo stimolo esterno non si può eliminare ed evocherà sempre in noi un pensiero. Sta a noi tradurre i pensieri in emozioni ed azioni, sta a noi imparare a modificarli verso una direzione e un obiettivo che ci siamo prefissati. Per questo la terapia cognitivo comportamentale e l’approccio psiconutrizionale al dimagrimento, possono essere validi alleati di un precorso di dimagrimento, che si spera essere definitivo.

Mangiare non è automatico. E’ possibile imparare ad esercitare un controllo sull’alimentazione. Molte situazioni scatenano dei pensieri sul mangiare, ma esistono delle tecniche, che si possono apprendere, per evitare o minimizzare questi stimoli. Quando ci si imbatte in uno stimolo, i nostri pensieri determinano se agire in modo produttivo, rafforzando l’atto del resistere, oppure in modo improduttivo, rafforzando l’atto del cedere. Rispondere ai pensieri sabotanti in modo adeguato e produttivo è un’abilità che si può imparare ad usare per tutta la vita per evitare l’eccesso di peso in modo permanente.

IL GRUPPO MOTIVAZIONALE PER LA GESTIONE DEL PESO E DELLA FAME EMOTIVA

Accanto ai percorsi individuali di psicoterapia, mirati ad entrare in contatto con il proprio mondo emotivo che determina le nostre sensazioni e i nostri comportamenti, gli incontri di gruppo motivazionali sono altrettanti validi strumenti di gestione della perdita di peso e possono aiutare le persone a raggiungere i loro obiettivi e ad affrontare gli ostacoli. Insieme alla psicoterapeuta dott.ssa Sara Valeri , da tempo sto lavorando alla realizzazione di un progetto di psiconutrizione che ci vede coinvolte entrambe; lo abbiamo illustrato al nostro evento di Aprile, “Emozioni e Cibo, un nuovo approccio alla fame” raccogliendo con nostra gioia, tanta stima ed entusiasmo da parte di tutti i partecipanti. Ci stiamo organizzando per avviare al più presto i primi incontri di gruppo motivazionali per la gestione del peso e della fame emotiva sul territorio di Frosinone. Vediamo insieme di capire l’importanza del gruppo motivazionale, lo scopo, il target e la modalità di svolgimento:

  • A cosa serve un gruppo di motivazione: facilitare la condivisione di esperienze personali, emozioni e pensieri al fine di incrementare l’autoconsapevolezza e il senso di fiducia. Ingrediente fondamentale è il sostegno emotivo: il sentirsi accettati, compresi e sostenuti da chi vive le nostre stesse difficoltà.
  • A chi è rivolto: a chi abbia affrontato una o più volte una dieta senza i successi sperati, a chi lo sta facendo e a chi abbia deciso di conquistare e consolidare abitudini alimentari benefiche e uno stile di vita appagante e salutare.
  • Quali sono i benefici a lungo termine: acquisire maggiore consapevolezza di sé e del proprio comportamento, aumentare l’autostima e la fiducia in se stessi e nelle proprie potenzialità, acquisire nuove strategie per gestire in modo funzionale la propria alimentazione, acquisire nuove strategie per riconoscere ed affrontare le emozioni spiacevoli
  • Quali figure professionali coinvolge: Biologo Nutrizionista e Psicoterapeuta
  • Numero di partecipanti per singolo gruppo: minimo 5 massimo 10.
  • Frequenza e durata: incontri a cadenza bisettimanale della durata di 1 ora e mezza circa, che si svolgeranno di sabato.
  • Costo: si comunicherà al momento dell’iscrizione al gruppo.

Se volete saperne di più sugli incontri motivazionali di gestione del peso e della fame emotiva o volete conoscere le prime date per partecipare, contattateci ai nostri riferimenti.